LA FOTOGRAFIA COME SOGLIA TEMPORALE

Il bordo è il punto di osservazione privilegiato da cui si intravedono l’interno e l’esterno, il passato e il futuro, il detto e il non ancora detto.

Le fotografie di Alessandra Capodacqua indagano il concetto di spazio liminale, catturando frammenti di esistenza in cui il tempo si ripiega su sé stesso, evocando sensazioni di perdita, assenza e memoria.

Jacopo Santini esplora questa zona di transizione, con immagini che sembrano oscillare tra presenza e assenza.

Il bordo si fa metafora della fotografia stessa, un confine tra ciò che è stato e ciò che deve ancora compiersi. La forma documentaria delle immagini si combina all’uso del testo scritto in rapporto mutevole e vario nella speranza di arricchire e approfondire, con l’ambiguità, la gamma di significati possibili.

Le opere pittoriche di Andrew Smaldone, con la loro palette di toni neutri e l’uso calibrato della luce, rivelano la poetica dell’attesa e della trasformazione negli spazi domestici, esplorando la mutevolezza dell’atmosfera e del ricordo.“Sul Bordo” è un viaggio visivo e concettuale che sfida la percezione del tempo e dello spazio, invitando lo spettatore a interrogarsi su ciò che si trova oltre il limite dell’immagine.

BIO

Alessandra Capodacqua

Nata a Napoli, Alessandra Capodacqua è fotografa, curatrice e docente di fotografia. Le sue opere sono state esposte in ambito nazionale e internazionale e fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private. Il suo lavoro esplora lo spazio liminale, in cui il tempo si ripiega su sé stesso, invitando lo spettatore ad attraversare territori di confine dell’esistenza. Le sue immagini evocano emozioni sfuggenti e profonde, come tristezza, perdita, assenza e memoria, trasformando la fotografia in un mezzo per indagare la fragilità del tempo e dell’identità.

Jacopo Santini

Nato a Firenze, Jacopo Santini unisce la fotografia documentaria a un approccio narrativo in cui immagine e testo dialogano tra loro. Docente per NYU e per il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, da tre anni conduce un seminario dedicato alla natura del linguaggio fotografico. Collabora stabilmente con la Leica Akademie e attualmente è impegnato in un progetto di ricerca sulla memoria del genocidio armeno.

Andrew Smaldone

Nato a Denver, Colorado, Andrew Smaldone ha esposto le sue opere in numerose sedi in Europa, negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Ha partecipato a diverse residenze artistiche ed è stato insignito di prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Pollock-Krasner Foundation Grant. La sua ricerca artistica si concentra sull’esplorazione di diversi approcci alla pittura e al disegno, considerandoli strumenti fondamentali per approfondire le sue indagini visive e concettuali.