Sabato 21 settembre alle ore 11:00 visita guidata della mostra “NON RIESCO PIÙ A GUARDARE IL MARE”.
In questa occasione, Chiara Arturo ci racconterà nel dettaglio come è nato questo progetto e come sono nati i singoli lavori in mostra. Subito dopo ci sarà un’azione corale di costruzione dell’opera relazionale “NON RIESCO PIÙ A GUARDARE IL MARE” e ognunə potrà partecipare alla costruzione di un mare di senso, in cui ogni tassello vuole essere un gesto di cura nei confronti di chi ha perso la vita nel Mediterraneo. Inoltre, avremo delle anticipazioni rispetto agli eventi del mese di ottobre collegati alla mostra a cura dell’artista.
“NON RIESCO PIÙ A GUARDARE IL MARE” nasce da un dato numerico: dal 2014 il progetto Missing Migrants ha registrato oltre 30.000 persone morte e disperse nel Mediterraneo. “NON RIESCO PIÙ A GUARDARE IL MARE” è il risultato del tentativo di ri-significare questo numero: migliaia sono le immagini di mare, generate dall’AI e stampate in piccolo formato, che attraverso azioni corali riemergono dal rimosso nel tentativo di andare a costruire un memoriale effimero e temporaneo nella sua fisicità, ma non nel suo essere. Ogni tessera viene aggiunta alla parete in un’azione ripetitiva e meditativa che trasforma e rende visibile l’entità della tragedia.
Questo processo non solo rende il numero concreto, ma invita il pubblico a riflettere sulla portata della crisi umanitaria in corso e sul modo in cui assistiamo da decenni alla trasformazione del Mediterraneo in un cimitero abissale.
Le azioni si svolgono sempre in gruppo: in questo modo, attraverso la comunità, il dato statistico si trasforma in una pratica rituale collettiva.
Ci dice Chiara Arturo: “Per me quest’opera non è semplicemente un oggetto statico da contemplare, ma uno spazio di interazione sociale, dove il tutto prende vita attraverso le relazioni tra le persone. Attraverso le altre opere, la scritta sul muro, il tavolo, le visite guidate, le azioni corali e i talk voglio creare situazioni che favoriscono il dialogo, la partecipazione e lo scambio tra lə partecipanti. Così gli eventi, gli incontri o le esperienze legate a questa mostra, coinvolgendo direttamente il pubblico, lo fanno diventare parte integrante del processo artistico. Come scrive Byung-Chul Han nel suo “La scomparsa dei riti” (nottetempo, 2021), i riti sono azioni simboliche che creano una comunità senza comunicazione, mentre oggi domina una comunicazione senza comunità. La ripetizione è il tratto essenziale dei riti e la società rituale è un corpo risonante. I riti riassumono il mondo e alleviano l’Io dal fardello del sé, rendendo il sentimento abitabile attraverso la cerimonia. Così la comunità rituale sfugge alle logiche del capitalismo in quanto è una comunità dell’ascolto e dell’appartenenza collettivi”.
Per il mese di ottobre sono previste altre azioni corali e nuovi talk, ma per chiunque voglia prenotare una visita guidata con azione corale con la propria associazione, la propria classe o un piccolo gruppo, può scriverci per prendere un appuntamento con l’artista rispondendo a questa email.
In attesa di sabato, potete leggere questa intervista di Alice Traforti a Chiara Arturo su Artalkers.it